UNA CIVILTA' MOLTO ANTICA

Il territorio è stato frequentato fin dalla Preistoria dai cacciatori provenienti dalla Marsica. L'area di Villetta Barrea è stata, però, stabilmente occupata dal VIII-VII secolo a.C. dalla popolazione "Safina", proveniente appunto dalla Sabina, che si stabilì a partire dall'Età del Ferro lungo l'Alto Sangro per poter utilizzare le miniere di ferro presenti nelle montagne della Meta e costruirsi gli arnesi della vita quotidiana. Praticava l'agricoltura e la pastorizia transumante. Sono state rinvenute ampie necropoli (ad Alfedena, Colleciglio di Barrea e Val Fondillo di Opi) che hanno restituito una notevole quantità di armi in bronzo e ferro pertinenti le tombe maschili, in particolare un elemento detto "Kardiophilax", una corazza di forma circolare a protezione del cuore, decorato con un "quadrupede fantastico". Nelle tombe femminili, invece, sono stati rinvenuti oggetti di corredo come anelli, perle di pasta vitrea, collane d'ambra, pendagli in bronzo, fibule e catene in filo di bronzo.

Da questa prima comunità ebbero origine i popoli italici dei Marsi ( dal Fucino fino a Opi), dei Pentri (da Opi a Alfedena), dei Peligni, dei Carricini, dei Frentani, dei Caudini e degli Irpini.

Tra il IV e il I sec. a.C. il territorio è stato teatro della Guerra con i Romani, in previsione della quale vennero costruite dai Sanniti mura ciclopiche o poligonali. Poi la vittoria definitiva di Roma portò alla colonizzazione del territorio con l'insediamento di nuovi abitanti che costruirono ville rustiche ad economia agropastorale.

Con la caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) e l'avvento delle dominazioni barbariche, il territorio si spopolò fino a quando i Longobardi nel corso del VIII sec. d.C. vi fondarono un importante monastero: il monastero di S. Angelo in Valleregia. Fu chiamato così perchè il culto di S. Michele o S. Angelo, venerato soprattutto dalle comunità pastorali in sovrapposizione al culto pagano di Ercole Curino, era molto caro ai Longobardi.


LE ORIGINI

Uno dei documenti più antichi che parla del Monastero di S. Angelo in Valleregia porta la data del 28 Marzo 787 e, in esso, Carlo Magno conferma a Montecassino il possesso del Monastero. Purtroppo, nel 937 il bel monastero della Valle Regia, assai noto a qui tempi, fu incendiato e abbandonato fino a quando Antenolfo, abate di Montecassino, mandò sul luogo Azzone per ricostruire il monastero.

Il successore di Azzone, per tutelare l'ingresso nella Valle del Sangro, dove era situato il Monastero di S. Angelo in Valleregia, fondò verso il 1060 Rocca Intramonti portandovi ad abitare la popolazione che risiedeva a Civitella. Rocca Intramonti tuttavia non ebbe vita facile a causa delle lotte tra i feudatari (Di Sangro, Cantelmo...) e progressivamente fu abbandonata dai suoi abitanti. Un primo gruppo fece ritorno a Civitella, l'ultimo invece si stabilì nel XV sec. presso la torre costruita da Giacomo Caldora, primo feudatario di Villetta Barrea nel rione Castello.


LA TRANSUMANZA

La transumanza, praticata fin dall'epoca dei Sanniti e dei Romani, dopo il 1447 divenne con gli Aragonesi la fonte economica primaria per molti paesi abruzzesi fino alla fine del 1800. Nessun'altra attività nelle zone di montagna ha potuto godere di un'organizzazione così avanzata. Infatti con il fiorire della Magnifica Arte della Lana, in Abruzzo si è avuto lo sviluppo di tante piccole industrie e mestieri, nonchè il formarsi di un ceto imprenditoriale.

L'agricoltura ha rappresentato un motore economico importante, e alla fine del '700 si sono poste le basi per la crescita delle città industriali, nei nostri paesi. E' vero che la pastorizia contribuì al benessere di diverse famiglie, e ciò lo si può notare dai numerosi decori presenti nei palazzi dei diversi paesi: infatti si diceva che "non la malta, ma le ricotte hanno messo insieme le pietre delle case".

Dopo l'unità d'Italia, "i locati" poterono riscattare i terreni attraverso un mutuo agevolato, liberarli dal vincolo di pascolo e coltivarli. Ma, a questo punto, diminuita l'economia della transumanza, dove trarre le entrate? Quali sbocchi per le popolazioni se non l'aumento della miseria e la fuga dai villaggi di montagna? "Finita la transumanza o brigante o emigrante". E infatti iniziò, per molti di coloro che dalla pastorizia avevano tratto un lavoro, un'emigrazione di massa verso l'America, la Svizzera e le città industriali del nord, che portò allo spopolamento dei paesi.